Nel periodo invernale, non c’è un miglioramento in termini di temperatura interna, se la gestione del riscaldamento è affidata ad un termostato (a meno che l’obiettivo di temperatura non lo si riesca a raggiungere, allora in quel caso ci si arriva facilmente), il quale raggiunta la temperatura fissata disattiva tutti i sistemi preposti. Ciò che cambia radicalmente è la quantità di energia necessaria per raggiungere quella temperatura. Posso dirvi un valore percentuale sulla base di quanto riferito in lavori svolti, il beneficio varia dal 30 al 50% in meno sui consumi, a parità di benessere domestico soggettivo. La variazione dipende da tre elementi: dalla struttura dell’edificio, dallo spessore dell’isolamento, e dalle abitudini di conduzione dell’appartamento.
I parametri di isolamento estivo ed invernale sono diversi. Entrando leggermente nel tecnico, si parla di trasmittanza per l’inverno ed adduttanza per l’estate.
In sostanza un buon isolamento invernale, con buona trasmittanza, non automaticamente è efficiente anche d’estate. Tutti i materiali sintetici polimerici (poliestere espanso noto come polistirolo, poliuretano, ecc.), sono buoni isolanti invernali, ma scarsamente efficaci d’estate. Ciò a causa della bassa massa specifica e della ridotta densità, adducono calore in tempi rapidi.
Il vantaggio principale dell’isolamento per insufflazione è che possiamo raggiungere gli spessori desiderati senza difficoltà e velocemente, premiando sia l’isolamento invernale, dato dalla buona conducibilità del materiale, che quello estivo in quanto, per effetto dello spessore applicato, il materiale si compatta per natura e peso proprio, aumentando via via la densità specifica e garantendo un ottimo sfasamento termico.
Lo spessore che personalmente reputo ottimale in termini di resa, sia estiva che invernale, rapportata ai costi, è di 30 cm. Le posso dire che ho applicato, quando mi è stato richiesto, anche 50 cm.